1968, UNA DATA IMPORTANTE PER LE CONQUISTE DELLA DONNA!!
Soltanto nel 1968 si è cominciato a parlare di femminismo vero e proprio, differenziando il concetto di “emancipazione” da quello di “liberazione”. Quest’ultima conteneva qualcosa in più: non c’era solo il diritto allo studio, al lavoro, alla parità di salario, ma si trattava di mettere in discussione ruoli accettati e consolidati da secoli, si trattava di rimettere in gioco i diritti civili, e quindi di rimettere in discussione la qualità della vita. Di tutti. Nel 1970 nascono i primi collettivi femministi, all’interno dei gruppi che facevano parte del codiddetto "Movimento Studentesco". Sono le donne di Lotta Continua, definite “gli angeli del ciclostile“, a riunirsi in gruppi autonomi di discussione, mentre la parte maschile tiene comizi e assemblee. Sono queste donne che, con felice intuizione, hanno coniato lo slogan il "privato è politico". Nel 1972 i collettivi delle donne crescono e si moltiplicano in tutta la penisola. C’è il "Movimento Liberazione Donna" (M.L.D.), c’è il "Fronte Liberazione Donna", che nasce all’interno dei sindacati, c’è “Rivolta Femminile“, un gruppo teorico a cui aderiscono donne avvocato per studiare la riforma delle vecchie leggi e le proposte di leggi nuove. Il movimento delle donne cominciava ad essere propositivo. Anche se ogni gruppo agiva in perfetta autonomia, il filo che li univa era il medesimo. Punto di forza principale del movimento era il rifiuto categorico di qualsiasi ingerenza da parte dei partiti. Le riunioni erano libere, ma le donne dei partiti non avevano vita facile, per evitare infiltrazioni che permettessero poi di dare al movimento un’etichetta.Ogni donna del movimento aveva tre numeri telefono di altre donne, da chiamare in caso di mobilitazione. Le telefonate erano così 3, 9, 27, .., e nel giro di poche ore si riempivano le piazze.
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